Tratto da Di alcuni problemi relativi al Ministero nella Chiesa Cristiana... (1916)

Nel Nuovo Testamento non v'è in sostanza, che un solo Sacerdozio, quello di cui si ragiona nei capitoli IV, V, VII, VIII, IX, X dell'epistola agli Ebrei, e cioè il sacerdozio di Gesù Cristo: "Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec (Ebr. VII, 17). Dice "in eterno" perchè, indipendentemente dalla incarnazione, il sacerdozio del Cristo esiste nell'eterno presente della volontà del Padre e del Verbo. Ma, nel tempo, questo Sacerdozio comincia con la venuta di Gesu nel mondo (Ebr. X, 5, 9). Gesù esercita il suo Sacerdozio in tutti gli atti della Vita sacrificale culminante, sull'altare della croce, in quella morte cruenta in cui "tutto è compiuto".
Dopo la sua risurrezione dai morti, il Sommo Sacerdote dei futuri beni entra, mediante l'Ascensione, nel santuario non manufatto col suo proprio sangue. E, nel cielo, Gesù Cristo glorificato, compie il suo eterno ufficio sacerdotale, alla destra di Dio ove intercede per noi.
Ma Cristo è il Capo della Chiesa; questa è il corpo di lui (Ef. V, 23), e noi siamo membra del corpo di Cristo, della sua carne e delle sue ossa (ibid., v. 30); noi formiamo in Cristo un unico corpo, e, quanto alle nostre relazioni reciproche, siamo membra gli uni degli altri (Rom. XII, 5). Conseguenza ineluttabile di siffatta unione organica con Cristo è che la Chiesa - suo corpo - partecipa, in certo modo e misura, al Sacerdozio del capo, ed è perciò un corpo sacerdotale; e che ciascun credente partecipa, in certo modo e misura, al Sacerdozio del capo, ed è perciò un corpo sacerdotale; e che ciascun credente partecipa, in certo modo e misura, al sacerdozio della Chiesa [...].
L'organamento del Ministero nella Chiesa apostolica. Indichiamo ora in qual modo, e sotto la spinta di quali circostanze, si organizzò il Ministero nell'età apostolica : a) - La sera del giorno di Pentecoste i tremila cento e più membri di cui si componeva la Chiesa cristiana costituivano una sola congregazione, e si distinguevano in Apostoli e discepoli, comprendendo in quest'ultimo appellativo anche le tremila persone convertite in quel giorno. Con l'andar del tempo, moltiplicandosi i discepoli, la Chiesa divenne una unione di più congregazioni, ma per circa sette anni non vi scorgiamo altro Ministero che quello degli Apostoli. b) - Più tardi, cresciuto ancora il numero dei credenti, gli Apostoli ebbero bisogno di assistenza, e così verso l'anno 37 sorse il "Diaconato" (Fatti VI, 1-7) al quale fu conferita e quel una parte di quel Ministero che che fin'allora era stato esercitoto interamente da soli Apostoli. La parte di ministero conferita ai Diaconi fu la distribuzione dei soccorsi ai bisognosi e alle vedove. Inoltre , vediamo nel libro dei Fatti persone insignite del Diaconato esercitare il Ministero di Evangelista presso i non convertiti ed amministrare il battesimo (VI, 10; VIII, 38). 
Dunque , in quel tempo, esistevano nella Chiesa: gli Apostoli, i Diaconi e la moltitudine dei fedeli. c) - Alcuni anni dopo, verso il 44, udiamo parlare di un altro ordine di ufficiali chiamati "Anziani" (XI, 30) senza che ce ne siano note le circostanze dell'origine. E' ovvio, però, il pensare che, come nell'anno 37 gli Apostoli - bisognosi di aiuto - avevano trasmessa una parte del loro ministero ai Diaconi, così più tardi - cresciuto ulteriormente il loro lavoro per l'estendersi del campo - sentissero il bisogno di un altro ordine di cooperatori per quella parte di ministero che avevano riservata esclusivamente a sè quando istituirono i Diaconi. Gli Anziani o Presbiteri nelle Chiese dei gentili fondate da San Paolo hanno il titolo di "Vescovi" (Fil. 1, ; Tito I, 7). 
Gli Anziani sono nominati, insieme con gli Apostoli, come ufficiali della Chiesa distinti dalla moltitudine dei fedeli (Fatti xv, 2, 4, 6, 22, 23). Il loro compito è "pascere la Chiesa di Dio" (xx, 28) e "tenere l'ufficio della presidenza" (Ia Tim. V, 17) delle Chiese. In altri termini, gli Apostoli investirono gli Anziani o Vescovi delle singole Chiese di tutte le funzioni del Ministero, da esercitarsi, però, sotto la direzione degli Apostoli i quali ritennero per sé la sopraintendenza spirituale generale su tutta la Chiesa. 
Dunque, verso l'anno 44, vi erano nella Chiesa: gli Apostoli, che ne avevano la sopraintendenza generale, spirituale ed anche disciplinare; gli Anziani o Vescovi, collaboratori degli Apostoli per ministrare alle singole Chiese; i Diaconi, con un ministero meno importante di quello degli Anziani; e la moltitudine dei fedeli. d) - Fino all'anno 44, gli Apostoli erano rimasti in Gerusalemme o nelle vicinanze (Fatti VIII, 1, 14). Ma quando per le persecuzioni di Erode Agrippa (Fatti XII) essi dovettero disperdersi, nell'Anzianato della Chiesa di Gerusalemme avvenne una differenziazione. Giacomo, fratello del Signore, pur senza assumere alcun titolo particolare, diventa il primus inter pares tra i suoi colleghi del Collegio degli Anziani. Ciò risulta evidente da Fatti VII, 17 ; XV, 13, 19; XXI, 18; Gal. II, 2, 9, 12. 
L'esempio della Madre-Chiesa di Gerusalemme fu seguito dalle Chiese paoline. Timoteo in Efeso e Tito in Creta non assunsero, neppur essi, alcun titolo speciale, ma dalle epistole indirizzate loro è dimostrato che essi avevano una preminenza sugli altri Anziani delle rispettive Chiese. Vedasi Ia Tim. V, 17-19 dove Paolo dà istruzioni a Timoteo per la tutela dei diritti degli Anziani e per sapersi regolare quando a lui fossero presentate accuse contro un Anziano. Vedasi anche Tito 1, 5-9, dove risulta che Paolo - allontanandosi da Creta vi aveva lasciato Tito con la missione di recare a termine l'opera dall'Apostolo iniziata, e con l'autorità di ordinare degli Anziani in ogni città. 
Da ciò si raccoglie che quando le circostanze incominciarono ad impedire agli Apostoli di esercitare personalmente l'ufficio di Sopraintendenza su tutte quante le Chiese, delegavano quest'ufficio per talune Chiese a persone di loro fiducia, come a Gerusalemme, ad Efeso ed a Creta. E così ebbe origine in dette Chiese una differenziazione tra l'Anziano-presidente, diciamo così, che presiedeva a determinate Chiese, come delegato degli Apostoli nella sopraintendenza, e gli altri Anziani. E' naturale che, man mano che il collegio apostolico veniva restringendosi per la morte dei suoi componenti, il numero di questi loro aiutanti nella sopraintendenza crescesse, e che - quando il collegio apostolico fu estinto - la sopraintendenza delle Chiese rimanesse a questi Anziani-presidenti. Tale è la via per cui quelle tra le funzioni degli Apostoli che non avevano carattere temporaneo ma che dovevano perpetuarsi nella Chiesa vennero lentamente differenziandosi durante l'età apostolica, e misero capo - prima che quell'età si chiudesse - a tre ordini di Ministero: i Diaconi, gli Anziani e quelli che abbiamo chiamati Anziani-presidenti di Chiese. 
Per questi ultimi non esiste nel N. T. un titolo specifico, ma esiste la funzione specifica, distinta - pur senza esserne disgiunta - da quella dei semplici Anziani. Tale distinzione non è così grande come quella che esiste tra l'Anzianato e il Diaconato, anzi riveste il carattere di una mera distinzione disciplinare entro l'ordine dell'Anzianato stesso. Di modo che la funzione degli Anziani-presidenti di Chiese costituisce in sostanza niente altro che la pienezza dell'Anzianato.

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